Vernissage - Maroc du Sud 2012

"Topografie del sentimento" di Antonio Finelli

La prima volta che andai in Marocco fu perché invitato da Michele, un caro amico, quasi familiare, che da molti anni risiedeva nel Sud di questo Paese. La bella casa che mi ospitava, a Mirleft, dominava isolata il limitare di una piccola baia sull’oceano. Di fronte, lambito dall’acqua sorgeva un Marabutto : piccolo cubo con la volta a cupola, calcinato di bianco e con la porta verniciata di azzurro pervinca.
La luce dei mattini e dei tramonti evocava immagini assolute : la purezza delle linee del piccolo edificio venivano incorniciate dall’oceano.
Nei giorni seguenti con Michele e con Silvio, un suo amico veneziano, iniziammo un viaggio nel Sud. In una valle isolata tra le montagne venimmo coinvolti ed invitati da un Caid locale ad un matrimonio berbero. Trascorremmo la notte festosa tra le stradine buie del villaggio al suono di cimbali e tamburi e dei gridolini tradizionali delle donne sotto un mare di stelle cadenti.
La passione per questa terra e per le sue genti era nata e si sarebbe nutrita di tanti altri viaggi e soggiorni successivi.
Parte dei lavori presentati in questo catalogo, dipinti en plein air, esprimono non solo emozioni indimenticabili ma costituiscono anche un itinerario di luoghi dove il forte contrasto tra luci ed ombre trasfigura spesso le cose osservate. Dove l’incombente grande vuoto e la percezione del nulla producono un forte senso di estraneazione. Dove il pensiero si disperde sulla linea rosea dell’infinito.

Nell’estate 2003, tramite uno scambio di appartamenti, trascorsi un mese a Berlino. Città che nella mia fantasia aveva sempre coinciso con buona parte della storia della filosofia e della letteratura mitteleuropea. “ La Montagna incantata”, “I Buddenbrook” e “il Doctor Faustus” di Thomas Mann mi avevano gradualmente avvicinato a Schopenhauer, a Nietzsche e a Freud ed alla musica di Wagner. Dalla dimensione idealista hegeliana-marxista ero approdato all’esistenzialismo tedesco.
Ora, Berlino con i suoi parchi, i suoi laghi e i suoi straordinari musei diventava la cornice naturale di questo mio percorso intellettuale. Grande era il piacere di scoprire per caso nelle mie passaggiate luoghi familiari ai grandi filosofi e letterati.
Così ai frequenti viaggi in Marocco si alternarono soggiorni a Berlino. Ben presto mi resi conto di non poter più fare a meno sia dell’uno sia dell’altro. Una sorte di mappa si era insinuata gradualmente dentro di me. Il Sud ,il Marocco con i suoi colori, la vivace ospitalità, la semplicità delle sue genti , l’associavo all’istinto, alle forza primordiale delle pulsioni che scatenano le passioni, al principio del piacere. Il Nord, Berlino con la filosofia, la cultura e la grande efficienza dei suoi trasporti, l’associavo alla razionalità, al dover essere, a quello che Freud avrebbe definito come Super-io. Insomma un asse verticale in cui una polarità si nutriva di cultura, di pensiero e di ragione e l’altra invece di colore, passione ed istintualità molto vicino all’Es.

Ovviamente in questa mappa non poteva mancare un centro: Roma, che nella mia vita ha rappresentato da sempre il principio di realtà. Il luogo dove sono nato e cresciuto. Il luogo dove ho dovuto mediare i miei compromessi esistenziali. Ma anche il luogo dove l’amore per la pittura mi ha fornito uno strumento particolare per goderne le bellezze. Purtroppo oggi, questa città è molto cambiata. Fragile e nevrotica è diventata molto faticosa da vivere per chi, diversamente da me, non abbia la possibilità e il privilegio di poter frequentare un Sud ed un Nord dove recuperare l’eventuale equilibio perduto.

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